Tour teatrale 2000
9-10
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Scaletta: Primo tempo: Secondo tempo: Bis: Bésame mucho (Consuelo Velazquez) Il Disertore (Boris Vian) |
I
Musicisti Ivano Fossati Beppe Quirici Saverio Porciello Andrea Barale Pietro Cantarelli Martina Marchiori Claudio Fossati
Scenografia: Ugo Nespolo |
Ivano Fossati
Teatro Morlacchi, Perugia
Prima Nazionale
Fossati ha deciso di "dare (nuova)
aria a queste stanze", per dirla con Ventilazione, ma lha fatto
ricollegandosi al mirabile tour del 1993, immortalato nei live Buontempo e Carte
da decifrare. Non ci sono più gli amici musicisti dei tour precedenti, a
parte Beppe Quirici (bassi elettrici, contrabbasso e produzione) e il figlio Claudio alla
batteria. Del tour estivo del 1998, che avevo recensito positivamente con
riserva, limitato dallassenza totale delle chitarre (non solo quella
elettrica), è rimasto lharmonium. Non solo non fa più parte della squadra Mario
Arcari, ma sono stati totalmente eliminati i fiati. La scelta stupisce, soprattutto
considerando che, nel recente La disciplina della terra, uno dei ruoli base è
affidato proprio alla tromba di Enrico Rava. Se lunico limite del nuovo disco sta in
una certa monotonia di fondo e nel non avere osato abbastanza (tranne Iubilaeum Bolero,
capolavoro dellopera), dal vivo Fossati spazia dal jazz al rock, dallintimismo
pianistico al gusto per limprovvisazione caro a Keith Jarrett. Torna,
finalmente, la chitarra: cè quella classica, suonata nel 1993 da Armando Corsi e
oggi dal talentuoso Francesco Saverio Porciello (già con Finardi e De Andrè) e cè
anche quella elettrica, principale compito di Fabrizio Barale (Yo Yo Mundi). Alle tastiere
e programmazioni, Pietro Cantarelli. Lo strumento inusuale del repertorio è un
violoncello onnipresente, che caratterizza positivamente le sonorità, come faceva
larpa celtica di Vincenzo Zitello nel Lindbergh Tour: a suonarlo, la bella e
brava Martina Marchiori. Quella di Perugia era la prima nazionale, ma laffiatamento
della band è parso già ottimo, e gli spettatori, assai competenti da sempre, il
pubblico di Fossati è una delle cose per cui vale la pena vivere hanno
salutato lesordio con entusiasmo. Fossati è partito con Lindbergh, preceduta
da una intro pianistica, ma è stato con La pianta del tè ed Anime salve
(straordinarie) che il concerto ha avuto veramente inizio. Poi, è arrivato il momento dei
nuovi brani: La mia giovinezza (preceduta da un evocativo Elogio
dellIncoscienza), Iubilaeum Bolero (ribadisco: capolavoro), Invisibile
(vicina alla "paura di vivere" del Sommo Fernando Pessoa), La disciplina
della terra, Treno di ferro e Angelus, originariamente scritta
per Patty Pravo. Nel mezzo, quel delicato Canto della Tolleranza chiamato Mio
fratello che guardi il mondo, testo che dimostra la differenza abissale tra la
"sensibilità al sociale" dei Grandi Artisti e la vena didascalico-politica
della canzone impegnata degli anni 90. I brani, superiori alla resa su disco,
erano ulteriormente rafforzati dalla scenografia di Ugo Nespolo e dai giochi di luce
rosso e blu i colori dominanti. Abbandonato momentaneamente il piano per sedersi su
uno sgabello, Fossati ha raccontato un aneddoto riguardante De Andrè, per poi
cantare Ho visto Nina volare, canzone più adatta alla timbrica di Fabrizio che a
quella di Ivano (a differenza di Anime salve). Questa riproposizione, così come
quelle di Questi posti davanti al mare (cantata con De Andrè e De Gregori ne La
pianta del tè), Ragazzo mio (Luigi Tenco) e La rondine (duettato su
disco con Luvi De Andrè), testimoniano la volontà dellautore di proseguire
rinnovandola - la migliore tradizione cantautorale. E un concerto pieno di
tributi, da quello al Jobim de La pioggia di marzo ("I Beatles hanno
rivoluzionato lemisfero Nord, Jobim quello del Sud") a quello alla
messicana Consuelo Velazquez, autrice di Bésame mucho, "una delle
canzoni più sensuali del mondo". Non sono mancati i classici: Una notte in
Italia, I treni a vapore (nata nel 1992 per la voce di Mannoia), La volpe,
Vola e La costruzione di un amore, eseguita un po frettolosamente.
Nessun recupero da Discanto (una delle gemme più brillanti dellautore) e Macramè.
Lamore con lamore si paga, ispirata da una poesia di Whitman e presente
nel recente live della Mannoia, è stata un po la Ventilazione del concerto:
un brano rabbioso, incalzante. A fine concerto, Fossati ha nuovamente imbracciato la
chitarra elettrica ("A volte ritornano...") per eseguire, non senza
autoironia, La musica che gira intorno. La chicca finale è stata la cover di Ragazzo
mio, che nella versione originale di Tenco aveva un arrangiamento scarno,
esilissimo. Fossati gli ha cucito addosso "un vestito tutto nuovo",
splendidamente rock: geniale. Due ore e mezzo di musica suonata bene e pensata
meglio, da un autore che cambia sempre, senza perdersi mai. Uno dei concerti evento
della stagione, così bello da cavare i sensi. Bravo, bravissimo Ivano.
Andrea Scanzi
...
Ivano Fossati
Cagli, 10 febbraio 2000
Sono molte le novità in questo nuovo tour di Ivano: la più
importante è certamente il ritorno all' uso delle chitarre, suonate dai bravissimi Saverio
Porciello (in passato collaboratore di Finardi) e Andrea Barale
(YoYo Mundi). La totale assenza dello strumento, nei tour '96 e '98, se per certi versi si
era rivelata qualitativamente remunerativa, non rendeva giustizia a certe canzoni. Altra
importante novità è il quasi totale rinnovamento della band: alle tastiere ora siede Pietro
Cantarelli, al posto di Stefano Melone e altra assenza importante è quella di
Mario Arcari. Nuova entrata la brava Martina Marchiori, al violoncello e
organetto. L'esclusione di Arcari è probabilmente dovuta al desiderio di Fossati di
proporre una musica meno carica di solismi (egli stesso dosa il suo lavoro al piano,
limitando notevolmente gli orpelli), ma più attenta al lavoro d' insieme. Il concerto si
apre con uno splendido trittico di capolavori: LINDBERGH, LA
PIANTA DEL TE' (più percussiva che in passato) e ANIME SALVE.
Un inizio che da solo vale l'intero biglietto. Si prosegue con l' esecuzione di alcuni
pezzi dell' ultimo album: LA MIA GIOVINEZZA, IUBILAEUM BOLERO, INVISIBILE, LA
DISCIPLINA DELLA TERRA, TRENO DI FERRO e ANGELUS
risultano ancora più convincenti che nelle versioni in studio. In mezzo a queste novità
trova spazio la "solita", applauditissima MIO FRATELLO CHE GUARDI IL
MONDO. Il secondo tempo viaggia altissimo, portato in volo dall' emozione di
perle come HO VISTO NINA VOLARE, LA PIOGGIA DI MARZO, VOLA e le
bentornate QUESTI POSTI DAVANTI AL MARE e LA VOLPE.
Irrinunciabile UNA NOTTE IN ITALIA: come si potrebbe escludere
una delle più grandi canzoni della musica "leggera" italiana? Sono due le
canzoni scritte per Fiorella Mannoia di cui Ivano si riappropria: L'
AMORE CON L' AMORE SI PAGA e I TRENI A VAPORE,
sempre più bella ed intensa (soprattutto perchè nuovamente suonata con la chitarra). Con
i bis arrivano le grandi sorprese: dopo una bella LA RONDINE,
suon si alzi dallo sgabello per andare ad imbracciare (udite udite...) una chitarra!!! LA
MUSICA CHE GIRA INTORNO, da troppi anni orfana della sei corde, riacquista
uno smalto che da tempo non aveva. Introdotta da uno scherzoso commento di Ivano
(<<questa parte di concerto potete chiamarla "a volte ritornano -le chitarre
elettriche- nella vita di un uomo>> o se preferite "senilità">>), RAGAZZO
MIO di Luigi Tenco, irriconoscibile rispetto all'originale,
viene proposta in una versione tiratissima, simile a quella prodotta da Ivano per Loredana
Bertè nei primi anni '80. Il concerto si conclude sulle note di BESAME
MUCHO (la lunga coda strumentale è da brividi) e di LA
COSTRUZIONE DI UN AMORE, l'ultima indimenticabile emozione di un concerto
che conferma quello che già si sapeva: in un paese pieno di "artisti" senza
arte nè parte, Ivano è uno dei pochi ancora capace di affrontare il suo mestiere
(perchè di mestiere si tratta) con serietà e rigore.
(recensione amichevolmente estorta ad Alle. Grazie!)
...
Ivano Fossati
Perugia, Teatro Morlacchi, 14 Febbraio 2000
Prima Nazionale
Primo Tempo:
Intro piano: Lindbergh
La pianta del tè
Anime salve
Intro parlata (Elogio dell'incoscienza): La mia giovinezza
Iubilaeum Bolero
Mio fratello che guardi il mondo
Intro parlata (Elogio di Pessoa): Invisibile
La disciplina della terra
Treno di ferro
Secondo tempo:
Angelus
Ricordo di De Andrè: Ho visto Nina volare
Dedica a Jobim: La pioggia di marzo
Questi posti davanti al mare
La volpe
Vola
Dedica a Whitman ("Oh capitano"): L'amore con l'amore si paga
Una notte in Italia
Presentazione NUOVI musicisti: I treni a vapore
Bis
Recupero di un traditional: La rondine
Momento "A volte ritornano": Fossati imbraccia la chitarra elettrica
La musica che gira intorno
Ragazzo mio (geniale cover rock di un brano di Tenco)
Bis finali
Tributo a Consuelo Velazquez: Bésame mucho
La costruzione di un amore
Finale (base)
Abituati alle geometriche scadenze del mercato, può far
davvero piacere seguire un artista che con il suo talento sfugge alle regole promozionali.
Ivano Fossati ha da poco pubblicato La disciplina della terra,
il suo nuovo album e ieri a Perugia, al Teatro Morlacchi, ha iniziato la tournée che lo
porterà per tre mesi nei teatri d'Italia. L' impegno di tornare sul palco è diventato
però per Fossati l'occasione per sperimentare il metodo di una personale
ricerca che è una cura per l'inquietudine. Non è un caso che il primo dei suoi
interventi parlati sia dedicato alle "intelligenze che hanno scelto di non salire
alla ribalta" ricordando così la sua passione per Pessoa.
Il tour è certamente l'occasione per ascoltare alcune delle canzoni del nuovo album, come
Invisibile e La disciplina della terra, frutti preziosi
di quell'ispirazione che ha prodotto alcune delle canzoni più belle della musica
italiana. Ma il vero significato di questo concerto sembra essere il desiderio di
raccontare un percorso: Fossati ha cambiato formazione e ha ricercato
arrangiamenti che possano accompagnare l'ascoltatore in quel vagabondaggio tra le musiche
del mondo che lo sta portando a una nuova espressività.
E quindi ci sono i classici del suo repertorio, La pianta del tè, Mio
fratello che guarda il mondo, La costruzione di un amore, Una
notte in Italia, La musica che gira intorno, momenti di
bruciante intensità riletti con una sorta di slittamento progressivo. Ma, per la prima
volta dal vivo, Fossati canta le canzoni scritte per alcune delle grandi
signore della canzone come Angelus, scritta per Patty Pravo,
L' amore con l'amore si paga, per Fiorella Mannoia e Vola
(unica già interpretata dal vivo - ndd) per Mia Martini, violando una
proverbiale riservatezza.
Ci sono bellissime storie di donna in questo concerto, come quella della ragazza
incontrata durante un viaggio nel sud d'Italia con Fabrizio De André e
diventata in "una canzone scritta in quaranta minuti", il simbolo di un tempo
immobile in Ho visto Nina volare. O come quella di Consuelo
Velasquez, la donna messicana oggi ottantenne, che quarant'anni fa scrisse Besame
mucho, inclusa nei bis come simbolo della seduzione e al tempo stesso omaggio a Michel
Petrucciani.
La scena creata dal pittore Ugo Nespolo aiuta con le sue suggestioni a
seguire il racconto delle note e delle parole: si sente parlare di Walt Whitman, grande
padre della poesia contemporanea e di sogni di bambini, si riascolta Ragazzo mio
di Luigi Tenco e Il disertore di Boris Vian.
È un vero e proprio saggio di misura e intensità vissuto però con una serenità diversa
che fa tornare Fossati anche alle sue radici rock con l'aiuto di Fabrizio
Barale, chitarrista degli Yo Yo Mundi ospite del concerto. La
band è formata da Beppe Quirici contrabbasso e direttore musicale, Claudio
Fossati batteria e percussioni, Pietro Cantarelli tastiere, Francesco
Saverio Porcello chitarre, Martina Marchiori violoncello e
fisarmonica. Nei concerti di Genova del 16 marzo e di Milano il 10 aprile ci sarà anche
Luvi De André. Il tour si concluderà il 30 aprile.
(di Paolo Biamonte - La Repubblica del 15 febbraio 2000)
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