News 2002

IVANO FOSSATI: nuovo disco in uscita a Febbraio e tour nei teatri da Marzo.
Le date sono in via di definizione. Gli aggiornamenti prossimamente su queste pagine.
(5 dicembre 2002)
 

MUSICA: DE GREGORI APRIRA' A VERONA RASSEGNA SU CANTAUTORIVERONA

E' affidato a Francesco De Gregori, il 25 novembre, il compito di aprire la 13/ma edizione di  ''Cantautori  doc'', la rassegna promossa dall'assessorato allo spettacolo del comune di Verona in accordo con Eventi, al teatro Filarmonico. 
Il calendario dei concerti è stato presentato oggi e prevede come secondo appuntamento Gino Paoli, accompagnato dall'orchestra Dimi, il 9  dicembre. 
Il primo concerto del 2003 sarà  quello di Fiorella Mannoia il 24 febbraio, il 17 marzo sarà la volta di Ivano Fossati. A chiudere gli appuntamenti il 31 marzo Jackson Browne. Sono previsti altri due concerti, quello di James Taylor, il 17 aprile al Palasport, e di Franco Battiato,  entro maggio all'Arena.  
(ANSA, 18 novembre 2002)



Ivano Fossati su Radio Capital

Venerdì 8 novembre alle ore 20, Ivano Fossati sul palco di Radio Capital. Con Doris Zaccone.

SOCIAL FORUM: 'NOT IN MY NAME', 15 CANZONI CONTRO LA GUERRA 
IL CD IN EDICOLA CON 'LIBERAZIONE' DAL 9  NOVEMBRE

La colonna sonora ideale del movimento  dei pacifisti di tutto il mondo con brani intramontabili di artisti come De Gregori, Dylan, Tenco, Pietrangeli, Lennon,  Fossati, De Andrè.
E' 'Not in my name', il cd in edicola con  'Liberazione', al prezzo di 8 euro, da sabato 9 novembre, data del Social Forum, per dieci giorni. ''Non in mio nome, non per conto mio'' è il titolo scelto per l'album: una raccolta originale di classici (da 'E se ci  diranno' del Tenco più 'politico' a 'Generale' di De Gregori,  dà Masters of war' di Dylan a 'Il disertore' di Vian/Fossati)  rivisitati da artisti 'indipendenti che danno una veste  completamente nuova ad ogni brano. Ai Gang il compito di aprire il disco con 'Fermiamoli', un  vero e proprio inno alla pace ispirato dalla prima guerra contro  l'Irak.  Il cd segna, chitarrista e cantante dei leggendari Stormy Six,  che hanno regalato all'album un brano originale 'L'aria'. Anche 'Sia pace' è una 'chicca' nata dall'incontro tra  elettropop e punk, mentre Paolo Pietrangeli, oltre alla  dissacrante 'Guerra', ha inciso una inedita 'Ninna nanna'.  ''Questo figlio a chi lo do? – canta l'autore di 'Contessa' - Se  lo do a chi obbedisce avrò un figlio a stelle e strisce''.  E' chiaro sul finale che l'obiettivo non è quello di far  dormire il pupo ma di svegliarne, anzi, la coscienza.  E non poteva mancare 'Give peace a chance': il pezzo-manifesto  di Lennon-Mc Cartney, rivisitato da Johnny O'Clock, chiude il  disco, lasciando aperto uno spiraglio di speranza con l'invito a  dare ancora una possibilità alla pace.
(Ansa - 6 novembre 2002)

FOSSATI AL CINEMA, L'ALTRA FACCIA DELLA MUSICA
Il cantautore genovese, autore della colonna sonora per il nuovo film di Mazzacurati, "A cavallo della tigre", parla della sua seconda passione

BOLOGNA - Oltre l'orizzonte steso fra cielo e mare. Oppure in fondo a un autobus che naufraga nella periferia. E chissà dove ancora si nasconderà l'altrove della nostra vita, sempre annodato al filo di un peccato veniale che lascia balenare d'improvviso quella seconda opportunità concessa, talvolta, a chi sbanda sotto i sussulti del destino. Ma che comunque esista un ultimo grano del rosario da passare fra le dita è la malinconica speranza che, ormai da anni, cuce le immagini di Carlo Mazzacurati con la musica di Ivano Fossati. E questo minuzioso lavoro di sartoria artistica giunge al culmine con la nuova pellicola del regista padovano, A cavallo della tigre , nelle sale tra pochi giorni. È la quarta volta che Fossati e Mazzacurati collaborano in un film: mai però, prima d'ora, il compositore genovese aveva accettato di parlare del suo rapporto con il cinema. Lo fa adesso in uno studio di Bologna, dove insieme a un gruppo interamente rinnovato sta registrando le canzoni che verranno pubblicate su cd in primavera.
«Con Carlo c'è un'intesa perfetta - racconta Fossati -. Basta una telefonata per avviare il lavoro. Leggo la sceneggiatura, comincio a buttare giù qualche nota sul pianoforte, poi via via ci scambiamo il materiale: lui mi spedisce le sequenze girate, io gli invio i nastri con la musica che ho appena composto. Temo che sarebbe difficile ricreare quest'atmosfera: ecco perché finora non ho mai accettato di scrivere per altri registi».
Ma cosa le piace di più nel cinema di Mazzacurati?
«L'indulgenza verso i personaggi, la sua propensione al perdono e l'idea che qualche volta, se non si è commesso nulla di grave, si può pure farla franca».
La partitura che accompagna A cavallo della tigre sembra il secondo atto di Doublelife , il suo primo cd interamente strumentale.
«Direi che ne è il seguito naturale. Non volevo che quell'avventura rimanesse isolata, quasi fosse stata una vacanza. Questo film mi ha offerto l'occasione giusta per approfondire un progetto artistico che mi sta molto a cuore. Mai come stavolta, ho "avvitato" le musiche sulle singole sequenze, sugli stati d'animo e perfino sui silenzi, con un lavoro di
montaggio e smontaggio basato sulla grammatica del linguaggio cinematografico».
Un'opera di artigianato, insomma?
«Certo, perché comporre colonne sonore è un mestiere diverso dal fare musica per te stesso. Sei al servizio di un'idea che appartiene ad altri e hai il compito di aggiungere il tuo ingranaggio a un meccanismo che già funziona. T'accorgi così che nulla è sacro e che anche un brano riuscito bene può essere gettato via, se non trova il giusto incastro. Impari a sottrarre, che è un esercizio ormai fuori moda».
Ed è un lavoro che le piace?
«Sì, molto. Il cinema è un mestiere di tanti ed è questo che gli regala un alto grado di nobiltà. E' un mondo dove le persone stanno insieme offrendo ciascuna il suo contributo, piccolo o grande non importa».
Da quanto tempo coltiva questa passione?
«Ero ancora un ragazzo quando mi innamorai delle colonne sonore e cominciai  a collezionarle. Non sopportavo le canzoni: mi sembrava che le parole disturbassero la musica, ne intralciassero il cammino. Poi arrivarono i Beatles e per fortuna cambiai idea... Ma ricordo film italiani come I soliti ignoti dove, su alcune scene, erano addirittura  "avvitate" partiture per quintetti jazz. Lo stesso accadeva in Francia, con Miles Davis che accompagnava le sequenze di Ascensore per il patibolo diretto da Louis Malle».
I suoi compositori preferiti?
«Gli italiani, senza dubbio. Primi fra tutti, Morricone e Rota nelle collaborazioni con Leone e Fellini».
E il film della sua vita?
«Una pellicola francese del '64 interamente musicale. Si chiamava Les parapluies de Cherbourg ed era interpretata da Catherine Deneuve e Nino Castelnuovo, con la regia di Demy e la colonna sonora di Michel Legrand. Neppure so quante volte l'ho vista sullo schermo, in videocassetta, su dvd...».
Avrà anche lei un «Cinema Paradiso» da ricordare.
«E' il "Capitol", una sala genovese a due passi da casa. Allora il biglietto costava 95 lire e se gliene davi 100 ricevevi una caramella di resto. Eravamo bambini e ci infilavamo nella frescura della sala durante i pomeriggi d'estate, seduti in prima fila, con gli occhi incollati su quell'enorme telo che faceva sgorgare dal buio gli eroi dei film mitologici, i cow-boys scalcagnati degli spaghetti western... Ed è in quel cinema che mi lasciai l'infanzia alle spalle. Fu dopo aver visto una commedia americana, nemmeno ricordo quale: so che dallo schermo, d'incanto, non piovvero più rumori, spari, inseguimenti, ma soltanto parole. La grana della storia era tutta lì, nei dialoghi fra un uomo e una donna, nell'intrecciarsi degli accadimenti, delle voci... La fantasia non aveva più bisogno d'artifici per alzarsi in volo. Avevo 14 anni. E per la prima volta mi sentii adulto».
Pronto, quindi, a navigare davvero?
«Genova è una città che sa di partenze, non di arrivi. Inizi ad allontanarti tracciando un raggio corto: Parigi, Londra... Ma il viaggio è distanza, spaesamento. Me ne resi conto quando, nel '77, attraversai l'Atlantico per raggiungere Boston: ero gambe all'aria rispetto a casa mia, gli occhi dovevano restare aperti, bisognava imparare».
Ma è ancora possibile sentirsi lontani come allora?
«Probabilmente no. L'omologazione occidentale ha fatto in modo che Boston sia simile a Pechino, Bangkok... Ormai intorno agli aereoporti tutto è uguale, perché essere stranieri ci spaventa: preferiamo farci confortare dalla somiglianza. Ed avendo tutto a portata di mano, essendo riusciti a trasformare il mondo nello specchio di noi stessi, abbiamo spinto l'idea del viaggio fino all'estremo confine, laddove comincia l'avventura».
Sono questi, oggi, i «viaggiatori d'Occidente»?
«Temo di sì. E a me non piacciono gli esploratori. Amo il viaggio dell'agente di commercio, dell'uomo in abito grigio che con la sua valigetta prende l'aereo anche quattro volte in un giorno. Un po' come avrebbe fatto Pessoa se avesse staccato i piedi da terra».
Per questo difende con tanta disciplina la sua «lontananza»?
«In verità, ne serve sempre meno di disciplina... Ormai mi viene naturale. Sono quasi contento quando sfuggo con facilità alla tentazione dell'esserci. Non ho mai avuto opinioni in tasca, oggi poi meno di ieri. Viviamo assediati da un rumore di fondo, dall'inesausto chiacchiericcio di chi mette in vetrina la sua intimità. In questa svendita delle idee, il
silenzio è diventato materiale prezioso». 
Eppure, nelle ultime settimane, artisti come Nanni Moretti, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori e tanti altri, hanno fatto sentire la loro voce organizzando addirittura manifestazioni politiche.
«Nutro un sincero e profondo rispetto verso chi mette la faccia nelle cose che fa. Detesto le adesioni via fax... Allo stesso modo, però, mi sento sempre più lontano da queste vicende. Non riesco a star dietro alla velocità e alla complessità della politica, ho paura di dire banalità e fatico a dare giudizi inappellabili. Sono con loro, ma preferisco coltivare da solo i miei pensieri».
Magari in compagnia di un bel libro.
«Sono ricco di tempo, l'unico lusso che sognavo da ragazzo. E cerco di leggere soltanto quello che mi piace davvero. Non subisco una storia: se dopo trenta pagine mi stanca, lascio perdere. Di recente, mi hanno appassionato i libri di Erri De Luca, i suoi colloqui in tv con gli studenti. Sarà perché è napoletano e io, negli ultimi anni, ho imparato ad
amare Napoli profondamente. Credevo fosse un luogo divertente, folcloristico: invece, oggi, è uno dei posti al mondo che preferisco in assoluto, una città dove mi piacerebbe vivere. Chissà, un giorno...».
Enzo D’Errico
(23 ottobre 2002 Da Il Corriere della Sera)


E’ ‘Veleno’ il nuovo disco di Mina

Anticipato poche settimane fa dal singolo “Succhiando l’uva” (vedi News) è stato presentato oggi (martedì 22 ottobre) ai media il nuovo album di Mina, intitolato “Veleno”. Una copertina-choc (primissimo piano dell’artista con un look da regina cattiva di Biancaneve – o da Crudelia Demon) racchiude dodici canzoni, dieci delle quali inedite (oltre a “Succhiando l’uva” c’è anche una cover di “Notturno delle tre” di Ivano Fossati, già uscita nella versione dell’autore - che alla cover di Mina partecipa vocalmente - sull'album "Lindbergh"), scritte in gran parte da autori noti e affermati (solo tre sono invece frutto della penna di quei giovani, o non professionisti, o esordienti assoluti ai quali la cantante da tempo dedica attenzione e curiosità).
Troviamo così le firme di Bruno Lauzi e Gianfranco Fasano (per “Certe cose si fanno”, splendido testo e musica affascinante), Giancarlo Bigazzi (originalissima la sua “Il pazzo”, sia nel
le liriche sia nella struttura musicale), Daniele Silvestri (“La seconda da sinistra”, elegante brano d’atmosfera), Renato Zero e Maurizio Fabrizio (l’ironica “Che fatica”), Samuele Bersani (“In percentuale”), Giulia Fasolino (“Solo un attimo”), Lele Cerri e Gianni Ferrio (“Mente”, esercizio di stile sul “Preludio N° 4” di Chopin); meno noti i nomi di Andrea Paglianti (“Ecco il domani”), Mauro Santoro (“D’amore non scrivo più”) e di Massimo Fedele (la divertente “Hai vinto tu”).
Al primissimo ascolto, “Veleno” appare come un eccellente album di matrice esplicitamente pop (va ricordato che Mina arriva da due progetti tematici, “Dalla terra” e “Sconcerto”), e pare destinato ad ottimi risultati di programmazione radiofonica e di vendita; ma rimandiamo ad una prossima recensione per un’analisi più accurata.
L’album è stato prodotto da Massimiliano Pani (che ha realizzato, con Nicolò Fragile, anche la maggior parte degli arrangiamenti, delle programmazioni e delle tastiere; altri arrangiamenti sono stati scritti da Gianni Ferrio, Bruno Zucchetti-Alfredo Golino-Giulia Fasolino), ed è stato registrato fra gli studi di Lugano e i Cambiomusica di Brescia con la collaborazione di alcuni fra i migliori strumentisti italiani, e con qualche ospite di spicco (Alex Britti, Faso, Franco Ambrosetti).
(22 ottobre 2002 - da Rockol)


CREMA, ARRIVA IVANO FOSSATI
Secche smentite ufficiali, ma fervono i preparativi del concerto
di Andrea Galvani

Ivano Fossati al teatro San Domenico. Non è un sogno, ma il colpaccio messo a segno dalla Fondazione San Domenico. Il cantautore genovese sarà in città ai primi di febbraio. Il teatro San Domenico sarà la cornice ideale per la preparazione della tournée 2003 che, secondo indiscrizioni, dovrebbe iniziare il primo marzo. A Crema, Fossati  regalerà' un'anteprima della tournée alla fine di febbraio e addirittura presenterà il nuovo disco, atteso da due anni, dall'uscita di Not One Word, del 2001.
La notizia, che viene smentita dal consiglio d'amministrazione del teatro, trova conferme nell'attualità e nelle dichiarazioni di Paola Orini, presidente della Fondazione. Innnanzi tutto, le prove del tour di Samuele Bersani stanno segnando una svolta. Dopo le selezioni (a porte sprangate) per completare l' organico del gruppo di Bersani, Roberto Guarino, Pasquale Morgante, Roberto Molinari, Mario Guarini e Tony Pujia hanno iniziato a lavorare alla nuova tournée insieme a Michele Caria (tecnico di palco), in attesa dell'arrivo del cantautore (annunciato a Crema per l'inizio della prossima settimana) che aprirà la stagione musicale del teatro cremasco domenica 3 novembre. La prevendita al '747' è già iniziata.
Paola Orini, presidente della Fondazione, conferma la nuova filosofia del teatro. «Ebbene sì, abbiamo imboccato una nuova strada. Favoriti dalla posizione strategica di Crema e dal fascino che il San Domenico sembra esercitare sugli artisti, abbiamo deciso di collaborare con di fama, proponendo il teatro per la preparazione delle tournee in cambio di un concerto in anteprima. Samuele Bersani è il primo di una lunga serie. Siamo convinti che questo sia un modo per avvicinare i giovani al teatro. Portare anche Ivano Fossati a Crema? Sarebbe un sogno...». 
La presidente glissa con un sorriso di gran classe, ricordando poi che «la stagione musicale del San Domenico sarà arricchita dal progetto Children di Maurizio Dell'Oglio, Giancarlo Dossena e Mario Piacentini, oltre alla seconda parte della Beatlesmania che vedrà impegnati Lucio Fabbri, Fabio Treves e altri grandi musicisti».
Nessuna conferma ufficiale, ma nei giorni scorsi, è stata segnalata nella sede della Fondazione - all'interno del palazzo della Provincia - l'agente di Fossati. Anche questa notizia è stata smentita con ferocia, causando grande imbarazzo ad alcuni testimoni oculari. Impossibile avere la conferma ufficiale dell'arrivo di Fossati. Perché? Causerebbe grossi problemi all'organizzazione, che sta cercando di limare alcuni cavilli contrattuali e vorrebbe sciogliere i problemi legati
alla realizzazione di un impianto tecnico adeguato a un concerto di simile portata. Per il momento la strada che porterà Fossati a Crema è lastricata solo di indizi. Ma di indizi che costituiscono una prova certa...

(19 ottobre 2002 da La Provincia di Cremona)


IN UN LIBRO 100 DISCHI PER CAPIRE LA CANZONE ITALIANA

La casa editrice Editori Riuniti sta per pubblicare “100 dischi ideali per capire la nuova canzone italiana”, un volume a cura di Mauro Ronconi nel quale sono contenute schede su album fondamentali nella storia musicale del nostro paese.
Tra i dischi trattati: “Buon compleanno Elvis” di Ligabue, “La pianta del tè” di Ivano Fossati, “Creuza de ma” di Fabrizio De André, “Don Giovanni” di Lucio Battisti”, “Rimmel” di Francesco De Gregori, “Di terra di vento” di Fiorella Mannoia, “Radici” di Francesco Guccini, “Pipes and flowers” di Elisa, “La voce del padrone” di Franco Battiato.
Le schede sono state realizzate da giornalisti e critici musicali. Editori Riuniti ha già pubblicato guide simili su rock, musica classica, jazz e blues.
(25 lug 2002 da Rockol)


"
Gino c'è", l'album del pollo popstar

Nella discografia italiana non poteva mancare un album di Gino il Pollo e, per la gioia di grandi e pulcini, ora "Gino c'è". Noto per la sua "Tu vuo’ fa’ ‘o Talebano", che ha sbancato la Rete dagli schermi di My-Tv, il pollo virtuale ha impugnato il microfono per realizzare un cd che, distribuito dalla BMG Italy, sarà nei negozi a partire dal 31 maggio, in vendita al prezzo consigliato di 10 €. Gino cartoon tenta così di scalare le classifiche con un album di brani editi e inediti, dai cartoon che hanno avuto successo sulla Rete a parodie e rifacimenti di brani noti, per un divertimento assicurato. Tra le canzoni inserite all'interno del lavoro troviamo "Nuntereggae più", duetto virtuale con Rino Gaetano, "Gino C'è/Jesahel", il manifesto pollitico di Gino sulla musica firmata da Ivano Fossati, "Clone Matto", "Dolly", "(3 parole) alla nazione", dove Gino ospita Valeria Rossi, fata complice nella stravolta riproposizione del suo hit. E ancora alcuni rifacimenti come "Sergente no", vecchia canzone antimilitarista di Renato Zero (un inno dei gay contrari al servizio militare), "Guarda che luna" cantata dal grande Fred Buscaglione e diventata nel becco di Gino un altro inno contro la guerra, "A fumme mariuà" di Maurizio Dami, la celeberrima "Juanita Banana" portata al successo in Italia dal Quartetto Cetra, l'indimenticabile "Il pulcino ballerino", surreale hit dello Zecchino d'Oro, e una splendida riscoperta come la "Ninna nanna" cantata nel film "Il Giudizio Universale" di Vittorio De Sica. E alla fine di questo viaggio lungo quarant'anni di musica italiana, arrivano i brani inediti di Gino…
Roberta Piccolo
(23 maggio 2002 da Musicaitaliana.com)


F
OSSATI CURA LA COLONNA SONORA DEL NUOVO FILM DI MAZZACURATI

Ivano Fossati ha realizzato la colonna sonora del nuovo film di Carlo Mazzacurati, intitolato "A cavallo della tigre", con Fabrizio Bentivoglio e Paola Cortellesi. Per il nuovo album di canzoni del cantautore genovese si dovrà invece attendere il prossimo anno.
Il film di Mazzacurati è il remake della pellicola con lo stesso titolo girata nel 1961 da Luigi Comencini. In quell’occasione le musiche del film erano state realizzate da Piero Umiliani.
Fossati ha già collaborato in passato con Mazzacurati per le musiche de “Il toro” e “La lingua del santo”.
(15 mag 2002 da Rockol)


I
L 9 MAGGIO UN INCONTRO CON FOSSATI A TORINIO

Il 9 maggio alle ore 16.00 Ivano Fossati sarà ospite dell’Università di Torino. Interverrà nell’ambito del corso che il musicologo (e leader degli Stormy Six) Franco Fabbri tiene presso la facoltà di Lettere. Il tema dell’incontro sarà "Una conversazione sulle musiche con Ivano Fossati".
Il corso tenuto da Fabbri è dedicato a “"Musiche contemporanee nel mondo dei media: la popular music e gli altri generi nell'epoca della produzione e distribuzione mediatica del suono" con una parte monografica su "Caso del progressive rock: origini, sviluppi e trasformazioni, dalla psichedelia alla world music".
Lo scorso 15 settembre Fossati e Fabbri erano stati ospiti a Venezia della Biennale Musica per un convegno su Bela Bartok.
(6 mag 2002 da Rockol)


Fossati: ‘Oggi all’Ulivo non regalerei più una canzone’

Il cantautore Ivano Fossati ha dichiarato che oggi non regalerebbe più una canzone all’Ulivo: il musicista concesse, tempo fa, l’utilizzo della sua “Canzone popolare” per la campagna elettorale della coalizione di sinistra, all’epoca capitanata da Veltroni. “Oggi non lo rifarei, perché penso che l’Ulivo sia un abito politico da smettere”, ha dichiarato il cantante. 
(3 feb 2002 da Rockol)

Ivano Fossati, grande festa di compleanno
Al teatro Carlo Felice di Genova il cantautore applaudito dal pubblico alla presenza di Fernanda Pivano

Festa grande per Ivano Fossati: festa di compleanno, per festeggiare mezzo secolo portato con elegante ritrosia e  poche, meditate uscite. Discografiche e no.
Genova è una strana città, capace anche di sorprendere: il peso del  macello del G-8, un sindaco all'inizio poco amato  che invece in questi giorni è a Porto Alegre, fra le ipocrite grida di  sdegno di legaioli,  postfascisti e forzitalioti all'arrembaggio del Comune.
Il piccolo miracolo di avere un Ivano Fossati sorridente, confuso e parecchio felice sul palco è riuscito ai Buonavoglia, circolo  culturale che cerca di controbattere  il pessimismo mugugnone della città con belle iniziative: tra le altre, ad esempio, incontri pubblici con Eric Hobsbawn,  Vanessa Redgrave, Inge  Feltrinelli. Convincere Ivano Fossati a salire sul palco è stato però più facile del previsto. Perché una leggenda metropolitana batte e ribatte sull'imprendibilità del cantautore, sul suo negarsi a chiunque, sul  telefono che squilla a vuoto, se lo cerchi nella bella casa tra gli ulivi  dell'entroterra: "Tutto falso. S'è creata una tale sedimentazione di leggende sulla mia  scontrosità che alla fine non mi telefona più nessuno. E io sono lì, ad  aspettare".
Ivano Fossati scherza e sorride, e fa davvero tenerezza messo accanto a Fabio Fazio maestro di cerimonie sin troppo sbrigliato e battutaro che continua a trascinarlo verso il centro del palco, sotto gli occhi di  migliaia di persone.
Hanno aperto la festa Riccardo Tesi e Banditaliana, un  nome che i lettori del manifesto ben  conoscono: note intrise di passione e leggerezza che  Fossati ha saputo riusare, nei suoi dischi.  
Lui ricambia il favore presentando Tesi come "un musicista che nel mondo ci invidiano".
Poi, la parola a lui: sotto il  fuoco delle domande, dei saluti degli amici del mondo dello spettacolo e della cultura, lui, con la paura di finire "in un tunnel deamicisiano" di luoghi comuni al miele. Invece Ivano Fossati cerca e trova le parole giuste per ringraziare Dori Ghezzi, i New Trolls, Claudia Mori, Ricci, Franco Fabbri, Lele Luzzati, gli Yo To Mundi, i Quintorigo, i Dirotta su Cuba,  Oscar Prudente, Mazzacurati, Cheli e tanti altri amici ancora.  
Fatica a trovare le parole, ma quando arrivano sono dure e assestate come le pietre dei muretti a secco della sua Leivi: Gad Lerner incalza dal palco con le domande, lui si arrovella sullo sgabello, e trova modo di dire che oggi no, non la ridarebbe la sua Canzone Popolare a Veltroni. Perché "Non passa due volte la stessa acqua nel fiume". E chi ha orecchie intenda.
Lerner tenta di fargli dar conto di quelle canzoni "leggere" che lui ha ceduto a tanti colleghi, da  Berté a Celentano: "La collaborazione con gli altri è un punto d'onore, un vero impegno che mi sono dato. Anche  quando la musica diventa leggerissima". Artigiano a tutto campo e senza pudori falsi, insomma.
E tra un ricordo dolcissimo per Lisbona "Che mi ha commosso,  perché mi ha fatto capire come doveva essere Genova prima che io fossi ragazzo", e un ricordo divertito per il  tormentone Jesahel, arrivano altri spiccioli di saggezza: "Io mi auguro solo di invecchiare bene, con dignità. Il giorno che mi vedrete girare con un cappellino da baseball abbattetemi". E, poco dopo: "Io faccio un mestiere da uomo fortunato: posso cambiare ogni volta che decido. Ma ritenersi imprenditore di se stessi, ditta sforna-successi è il più  grosso danno che un musicista possa auto-infliggersi". Sale sul palco una grandiosa Fernanda Pivano, e legge con  commozione il testo di Lindbergh.
A quel punto è arrivato un pianoforte, e Ivano regala le sue canzoni da  cinquantenne curioso della vita vera, della letteratura infinita che ancora bisogna saper  scoprire, della tanta musica  bella che esiste ed è necessario valorizzare. Riparte Lindbergh, su un filo di voce: e poco dopo, in un silenzio irreale e  densissimo, le mani di Fossati tormentano gli accordi semplici di Via del Campo. Per un amico che non c'è più, ma che vive anche nelle sue parole rare.
(Guido Festinese, da Il Manifesto del 4 febbraio 2002)

La scaletta delle canzoni cantate (voce e piano) da Ivano Fossati:

Lindbergh
Treno di ferro
La musica che gira intorno
L'uomo coi capelli da ragazzo
Buontempo
Vola
Via del Campo
(di F. De Andrè/E. Jannacci)
Mio fratello che guardi il mondo
Una notte in Italia
A testa bassa
Notturno delle tre

"Ti auguro di stare lontano dalla guerra, vicino all'amore."
(Fernanda Pivano ad Ivano Fossati)

Serata in onore di Ivano Fossati
Il circolo culturale I Buonavoglia, la Fondazione Teatro Carlo Felice e  la Provincia di Genova organizzano una festa per Ivano Fossati il prossimo sabato 2 febbraio 2002, con inizio alle ore 21,30.
L'incontro rientra nel ciclo "I grandi personaggi al Carlo Felice" che "inventato" da I Buonavoglia è diventato uno degli appuntamenti nei quali la città riconosce il suo spirito di rinnovamento. E certo Genova non ha dimenticato gli incontri con Fernanda Pivano, Vittorio Gassman, Eric Hobsbawn, Inge Feltrinelli, Lele Luzzati, Enzo Biagi e Vanessa Redgrave. E il prossimo con Fossati è destinato a restare nella memoria di quanti amano sia la sua musica sia la sua personalità.
La serata si svolgerà nel clima più familiare possibile, con la complicità di Fabio Fazio che ha raccolto l'invito di Fossati a fargli da guida in questo piccolo viaggio della memoria durante il quale, oltre ai tanti amici presenti in sala che porteranno le loro testimonianze e i loro ricordi, scorreranno anche immagini del Fossati meno conosciuto. Il tutto accompagnato dalla musica di Riccardo Tesi Banditaliana.
E anche se nessun impegno è stato preso e nessuna promessa è stata fatta,  non son poche le speranze di vedere e soprattutto  sentire Ivano al  pianoforte...
Nel corso della serata il Comune di Genova conferirà a Fossati il Grifo d'argento e al termine nel Grande Foyer, brindisi e taglio della ormai famosa torta di Poldo.
Ingresso libero fino ad esaurimento di posti disponibili.
Genova, 28 gennaio 2002  (Comunicato Stampa)


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